sabato 22 novembre 2014

Esonero in vista !

Come anticipato, la prova di esonero di sabato 29 novembre 2014 (cioè tra una settimana) sarà composta da:
  • una domanda scelta tra quelle del libro (capitoli 1-7);
  • un esercizio sul calcolo delle sollecitazioni e la verifica di resistenza di una struttura isostatica.
Vi prego di leggere o rileggere (fino in fondo !) le modalità d'esame riflettendo, in particolare, sulla parte delle regole per le prove scritte, di cui riporto un estratto:
  • non è possibile utilizzare né detenere telefoni cellulari o tablet di qualsiasi genere. Tutti i dispositivi devono essere depositati in una scatola prima dell'inizio della prova; 
  • durante la prova, qualsiasi comportamento che possa, a mio insindacabile giudizio, essere considerato sospetto provocherà l'immediato annullamento della prova oppure l'obbligo di sostenere la prova orale.

Ecco alcuni consigli importanti per la preparazione:

  • leggere con attenzione il libro (n.b. sfogliarlo potrebbe non essere sufficiente!). In particolare i capitoli 7, 8, 12 e 13 (escludendo la parte relativa agli spostamenti);
  • studiare le definizioni delle varie grandezze (forze, momenti, risultanti, parametri di spostamento, condizioni di vincolo, reazioni vincolari, problemi statico e cinematico esterno ed interno, deformazioni, sforzi, sollecitazioni, rigidezza, resistenza, duttilità, fragilità, elasticità, plasticità, equilibrio e congruenza esterna ed interna,....);
  • riflettere sulla differenza che intercorre tra momento e momento flettente, tra forza trasversale e taglio, tra forza assiale e sforzo normale;
  • seguire i passi delle procedure operative indicate nel libro, per ciascuna tipologia di esercizio. In particolare i paragrafi 7.5, 8.5.3, 8.5.4, 8.6 ed i fondamentali paragrafi 7.3.2 ed 8.7 (!);
  • fare pochi esercizi, ma fino in fondo;
  • fare più volte e con metodi diversi lo stesso esercizio;
  • se in un esercizio qualcosa non è chiaro, fermarsi e cercare di capire. Non andare oltre fino a che non si è capito. Non abbandonare un esercizio che non è chiaro per farne altri: è una perdita di tempo. Se non si riesce a trovare una soluzione: chiedere aiuto;
  • non affrontare esercizi difficili finché non si è certi di saper risolvere quelli facili;
  • risolvere completamente tutti gli esercizi dei capitoli 7 ed 8, gli esercizi 9.1, 9.5, gli esercizi dei capitoli 12 e 13 (escludendo le parti relative agli spostamenti ed alla verifica e progetto per deformabilità, che ancora non abbiamo fatto).
Altri consigli più specifici:
  • nella stesura del compito, curare la forma (che viene valutata esplicitamente). Un compito con risultati giusti ma presentato in modo poco chiaro o difficilmente interpretabile viene penalizzato;
  • fare diagrammi abbastanza grandi da rendere le frecce ed i numeri leggibili, usare colori e tratti diversi, scegliere scale di rappresentazione appropriate;
  • illustrare sinteticamente le fasi dello svolgimento dell'esercizi;
  • eseguire e scrivere i controlli delle reazioni vincolari e dell'equilibrio dei vari tratti (anche questo viene valutato esplicitamente);
  • portare i fogli necessari, penne e matite di diversi colori ed una calcolatrice (NON si possono usare cellulari, smart phones o tablet di qualsiasi genere);
  • non dimenticare di portare un documento di identità.


7 commenti:

  1. Salve Professore,
    volevo farle una domanda sugli esercizi per il calcolo delle sollecitazioni:
    quando abbiamo un unico tratto omogeneo su cui grava un carico ripartito (per esempio trasversale), lo riduciamo ad un unico carico concentrato per poter calcolare l'equilibrio esterno; nel passo successivo, quando dobbiamo considerare l'equilibrio interno, dobbiamo considerare il carico come fosse ripartito (e quindi trattare la struttura come un solo tratto e vedere cosa succede solo nei conci iniziale e finale), oppure come fosse un carico concentrato (e quindi ragionare su due tratti omogenei e capire cosa succede anche nel concio su cui grava il carico)?
    Grazie per l'aiuto e buon pomeriggio.

    RispondiElimina
  2. La riduzione di un carico ripartito al sistema equivalente formato dalla sua risultante vale SOLO per il calcolo delle RV. Nel calcolo delle sollecitazioni il carico ripartito va considerato cosi com'è: su tutto il tratto su cui agisce.
    Ricordate che la risultante non esiste: è solo un modo di semplificare il calcolo delle RV !

    RispondiElimina
  3. Buonasera,
    avevo alcune domande sulla verifica della resistenza:
    1)quando dobbiamo scegliere qual'è il valore maggiore da prendere tra quelli di N(z) dei vari tratti, dobbiamo considerarne il segno o prenderlo in valore assoluto?
    2) Una volta trovato il valore M(max), questo contiene praticamente sempre l'incognita z. Dobbiamo assegnarle un valore per avere poi un M(max) che abbia un valore senza incognite e poterlo così più facilmente comparare con M(rd)? Se si quale?
    Un'ultima domanda, infine, sulle sollecitazioni:
    quando un momento nasce per contrastare la rotazione dovuta alla deformazione di taglio (e quindi non per equilibrarsi con un altro momento di segno opposto), tale momento produce comunque una curvatura in corrispondenza del concio su cui agisce? In altre parole, un momento come quello descritto è uno sforzo flettente o un momento flettente (costituito quindi da due forze opposte che generano una deformazione flessionale)?
    Grazie per l'aiuto.

    RispondiElimina
  4. 1) nel caso di strutture in acciaio per le quali si assume un comportamento simmetrico in trazione e compressione si prende il valore assoluto;

    2) il valore M_max non può dipendere da z (non ha senso);

    3) due forze trasversali opposte più il momento necessario per non avere rotazione costituiscono una sollecitazione di taglio e non di momento flettente. Quando si ha un singolo momento (=causa di rotazione) che nasce per bilanciare la tendenza alla rotazione prodotta dalle forze di taglio, questo non produce curvatura, quindi non contribuisce al momento flettente.

    RispondiElimina
  5. Grazie per la risposta!
    Ma perché dice che affermare che il valore M(max) dipende da z non ha senso?
    L'equazione di equilibrio interno per trovare M(z) ci restituisce un valore in un incognita (ad esempio M(z) di un certo tratto = 5+9z), quindi per trovare il valore assoluto dobbiamo eliminare l'incognita assegnandole un valore... se non è così questo punto non mi è chiaro, ovvero: sono in grado di determinare quale momento flettente sia il maggiore tra quelli dei vari tratti, ma non vedo come posso confrontarlo con il valore di M(rd) se nel primo è presente un'incognita...
    Per quanto riguarda poi il punto 3), la risposta era quella che mi aspettavo, ma allora possiamo dire che può verificarsi il caso in cui abbiamo un carico ripartito trasversale costante (e quindi un diagramma del taglio che sia una retta), e un momento flettente nullo? Quindi non è detto che se abbiamo un diagramma del taglio che sia una retta ad esso corrisponda NECESSARIAMENTE un diagramma del momento parabolico?
    Grazie ancora per la sua disponibilità.

    RispondiElimina
  6. Se il momento è lineare il massimo si trova nel punto iniziale oppure in quello finale, se è parabolico si trova dove T=0 e così via, in ogni caso M_max conviene vederlo dai diagrammi

    Quello che dicevo prima vale solo su un concio infinitesimo in un tratto finito è diverso, comunque carico ripartito costante --> taglio lineare e momento parabolico sempre e comunque

    RispondiElimina
  7. ok tutto chiaro così! grazie ancora e buona serata.

    RispondiElimina